Non ci piace ma trasmette sicurezza – Famiglia Cristiana (Cartaceo)

Perche’ l’hanno votato: tra gli elettori del Neopresidente, che spiegano le ragioni della loro preferenza –

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Le transenne intorno a Capitol Hill, alla Casa Bianca e addirittura fuori casa di Kamala Harris stavolta non sono servite. Sarebbero servite 4 anni fa, ma nessuno, dopo 244 anni di democrazia, immaginava l’assalto al Congresso del 6 gennaio del 2021. Stavolta invece ce le hanno messe, e le hanno presidiate a dovere, con agenti armati, visto che siamo in America, fino e oltre, i denti. E forse sarebbero anche servite, visto che il giorno delle elezioni Donald Trump aveva gia’ cominciato a parlare di frodi elettorali in Pennsylvania e in altri stati in bilico. Ma siccome ha vinto, anzi stravinto, lui – a dispetto dei sondaggi ancora una volta sbagliatissimi , il suo popolo ha festeggiato pacificamente, poi, verso le tre di notte, tutti a letto.

Kamala Harris l’indomani ha ammesso pubblicamente la sconfitta mentre il Presidente Joe Biden ha ricordato all’avversario, e al paese, che “e’ troppo facile amare questa nazione solo quando vinci”.  Comunque stavolta ha rivinto Donald Trump.

Non solo rispetto al 2016 e’ andato meglio, ma nel frattempo si e anche sbarazzato di tutte le frange del partito che non erano d’accordo con lui, e la sua presenza e’ stata determinante nelle elezioni dei suoi al Senato e alla Camera. Che piaccia o no, il partito Repubblicano e’ diventato il suo, e rispetto a otto anni fa avra’ molti meno problemi nel designare un’amministrazione di “generali leali”. Il che rendera’ il governo meno democratico, certo, ma senz’altro piu’ efficiente.

Sara’ contento Saro Karadaqi, cuoco kurdo che, nonostante cresciuto democratico, ha votato Trump: “E’ l’unico che puo’ fare qualcosa per aggiustare il debito pubblico, usando le tariffe e i Dazi, lui e’ per la gente che lavora onestamente e mette sempre l’America al primo posto.” Come tanti immigrati legali, Saro ha preferito il Tycoon di New York, nonostante il suo comportamento “un po’ sopra le righe”, ai democratici che definisce “troppo permissivi”.

“Non ci piace molto quello che dice e quello che fa in pubblico,” affermano Raffael and Lenice, coppia di Indiani del New Hampshire, “eppure abbiamo votato Trump perche’ esprime bene i valori di famiglia e vuole il confine sicuro: alla fine votiamo per il presidente e non per la sua personalita’!”

E sara’ contento anche Mike, camionista del Maine che da marzo gira con il suo pick-up pieno di pubblicita’ pro-Trump e anti-Harris. “Ho avuto un sacco di complimenti fino a adesso” mi ha detto il week-end prima delle elezioni “e sono convinto che vinceremo noi”. Ma dopo la sua – giusta – previsione ha aggiunto “ma anche nel caso opposto, beh, sopravviveremo lo stesso.”

Ovviamente a sinistra la simpatia personale per Trump scompare del tutto, e oggi si aggiunge alla cocente delusione per i risultati delle urne. Eppure anche tra i sostenitori DEM  c’e’ la volonta’ di parlare con gli avversari. Come se una parte i social, e dall’altra i media tradizionali che cercano di stare al passo, esagerassero le divisioni solo perche’ fa comodo a loro.

“Trump e’ offensivo per tutti, non solo per le donne e non ha nessuna morale.” Dicono Gaff and Page Macgaffen  madre e figlia che hanno votato Kamala “Eppure Riusciamo ad avere conversazioni con la parte opposta, quasi sempre, dice la madre” Io di meno” s’intromette la figlia “perche’ penso che lui sia un idiota.”

“Questa campagna elettorale e’ stata pazza, e molto stressante.” dice Mark che e’ andato a votare coi figli suoi e dei vicini. “Ma io parlo spesso con gente che sta dall’altro lato … i politici mettono confini tra la gente ma il piu’ delle volte ti rendi conto che quelle divisioni non esistono”

“Ci sono contrasti forti in questa nazione e la gente non si informa come dovrebbe. Di sicuro non su tik tok!” dice Fernando Imenez, Cubano Americano che pero’ al contrario di molti suoi conterranei vota DEM. “Io oggi ho preso le ferie per passare tutta la notte avanti alla televisione, come se fosse una partita di baseball. Purtroppo e’ andata male!”

Ma le elezioni, e questa in particolare, non sono eventi sportivi: e mentre molti di noi mettono a posto il popcorn e continuano a vivere piu’ o meno normalmente, ad altri cambiano completamente la vita.

Suor Elisete Signor, Brasiliana, lavora con i migranti da 30 anni: sta a El Paso, in Texas, e oggi veste di nero: non perche’ e’ suora (di solito non lo fa) ma perche’ e in lutto. “Kalama e Biden per vincere le elezioni hanno cominciato il lavoro di Trump e hanno chiuso 4 centri di raccolta. Adesso a Trump non resta che fare il resto”. Gia’ durante la prima presidenza Trump, suor Elisete diceva a tutti di stare attenti e di preparare un kit con soldi, vestiti e medicine in caso che gli agenti dell’ICE (Immigration and Customs Enforcement)  li venissero a prendere e, mi dice, e’ successo un sacco di volte. Oggi, tra le altre cose, va nel deserto e mette l’acqua nei cespugli cosi chi lo attraversa la trova e non muore di sete. “Ho molta paura, sia per loro che per me. Certo io sono legale, e gli agenti sono tutte brave persone, ma questo governo ci mettera’ gli uni contro gli altri!”

Altro che partita di baseball!    

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