Lettera Aperta a Sandro Petrone
Indirizzo: Paradiso dei Giornalisti
Mittente: Stefano Salimbeni
Mio caro, carissimo, Sandro, speravo di scrivere il tuo necrologio (e per un po’ ho anche creduto fosse possibile) tra una ventina d’anni. Invece te ne sei andato adesso. E neanche a farci apposta proprio nella settimana in cui lo spazio sul giornale e’ per una serie di motivi piu’ risicato che mai: ergo mi tocca farlo cosi. Da TG. Al punto, e senza fronzoli, … “lasciando parlare i suoni, e le immagini”, … proprio come piaceva a te e come in 15 anni di collaborazione mi hai insegnato a fare.
Ti ho conosciuto tra la polvere grigia dell’11 settembre e (nonostante mi piacciano le donne quanto piacevano a te, anche se, come te, ho sempre fatto fatica alla lunga ad andarci d’accordo) mi sono immediatamente innamorato di te. Adesso te lo posso dire.
Bello come il sole, brillante di quella luce propria di chi sa che sta facendo (bene!) quello che
ha sempre voluto fare, con l‘entusiasmo della prima volta, il rigore dell’apprendista,
l’etica dell’asceta, e la maestria di vent’anni di carriera – ai massimi livelli – alle spalle.
E come succede con tutte le donne che ti affascinano ma con cui per vari motivi non riesci ad andare a letto (in questo caso, fisici, e reciproci) ti sono diventato amico. E tu hai fatto lo stesso con me. Dopo essere stati “accoppiati” per caso da Mamma RAI, abbiamo continuato a sceglierci, sul lavoro e nella vita, condividendo momenti storici – e, almeno per me, indimenticabili: Il “dopo” 11 settembre, lo scoppio della guerra in Iraq, le campagne elettorali USA, l’elezione di Obama.
Da quelle esperienze, tu, sei anche riuscito a creare testi per le tue canzoni, per i tuoi blues (altra ragione di vita in comune, e altro campo in cui da te ho sempre avuto da imparare) … Da oggi caro collega (e chiamarti cosi’, credimi, e’ un grosso autocomplimento) ho un maestro, e soprattutto, un amico, in meno e …
.. “Taglia Ste’, taglia C…! … troppo lungo!” … avresti detto tu in sala di montaggio (ancora mi sembra di sentirti, con quella voce perfetta, impostata, da doppiatore) “… taglia senno’ ci tagliano a Roma .. e va a finire che ci lasciano fuori lo stand up!”