Con Camera, Senato e Corte Suprema dalla sua parte, il Presidente Donald Trump parte in quarta: e non c’e’ nessuno che gli tiri il treno a mano.
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Cari Concittadini,
Non e’ passata nemmeno una settimana dall’inizio ufficiale della seconda presidenza Trump, e a me (ma non solo a me) sembrano gia’ passati un paio d’anni.
Certo, il tempo meteorologico ci ha messo del suo: la stessa massa di aria fredda che dopo 40 anni ha costretto il presidente a giurare a porte chiuse (l’ultimo era stato Ronald Reagan nel 1985), e’ rimasta sopra praticamente mezza America, compresi i poco abituati Stati del Sud, per tutta la settimana. Ma la temperatura che per tre giorni non va mai sopra i meno dieci gradi centigradi, – con la stessa neve caduta la notte prima dell’inaugurazione che il sabato mattina sta ancora tutta li – anche nei piu’ abituati Stati del Nord, non aiuta.
E ancora di meno aiuta il fatto che in una settimana il nuovo – anzi il recidivo – presidente, abbia fatto tutto quello che si e’ sognato negli ultimi quattro anni, (con la maggioranza che ha nelle due Camere e nella Corte Suprema molte cose se le puo’ anche permettere) mandando in tilt anche le redazioni piu’ abituate alle “breaking news”. Ieri la CNN ha provato a fare una lista di tutte le decisioni prese – molte portate avanti per decreto – dal presidente numero 47. “Come l’America e’ cambiata negli ultimi 4 giorni” c’era scritto sotto, e, sopra, una tabella con 15 voci, e a lato la giornalista veterana della politica, Dana Bash, che diceva… “e queste non sono neanche la meta’”. E’ vero che Trump e’ sempre stato bravo a mettere fumo negli occhi dei media, ma stavolta pero’, oltre il tanto fumo, c’e’ anche tanto, tantissimo, arrosto.
Adesso, cari concittadini, cerchero’ io di essere la vostra Dana Bash, e fare una lista della spesa delle misure, piu’ o meno costituzionali, che “the Donald” ha sparato in faccia all’America (come con un mitra, di quelli che lui non si sogna di vietare) per renderla, come recita il suo slogan, ‘grande di nuovo’. Siccome ha iniziato il giorno dell’inaugurazione a firmare gli ordini esecutivi, molti ne trascurero’, anche perche’ per elencarli tutti ci vorrebbe tutto il giornale – comprese le pagine con i morti e le farmacie di turno. E sapete cosa: un paio me ne piacciono pure, per il principio che un orologio rotto, due volte al giorno segna l’ora esatta. Ma se ci sara’ tempo e spazio ne parliamo dopo, adesso, cari concittadini, dobbiamo parlare di quanto rotto sia l’orologio.
E comincero’ dall’ultima ora sbagliata, quella che ieri sera ho aspettato prima di cominciare a scrivere: la nomina di Peter Hegseth, corrispondente militare di Fox News, come Capo delle Forze Armate. Vero che Hegseth si e’ guadagnato una medaglia in Iraq, ma negli anni anche la nomina di ubriacone (allontanato dagli eventi perche’ troppo avvinazzato) e molestatore di donne (mogli ed estranee, alcune delle quali pagate per non parlare), e misogino al punto di non volere far combattere le soldatesse al fronte. Di sicuro non qualificato per gestire l’esercito piu’ potente del mondo e un budget di circa 800 bilioni di dollari annui (piu o meno il gdp della svizzera) ma fedelissimo di Trump. Ebbene il Senato, che disgraziatamente deve votare i candidati proposti con voto palese, ha espresso un voto pari, 50/50 (tre senatori repubblicani – tra gli insulti di Fox News – gli hanno votato comunque contro), dunque e’ dovuto intervenire il vice presidente J.D.Vance – che e’ anche il presidente del Senato – per dare il voto che spezza la parita’. L’ultima volta era il 2017, sempre sotto Trump, ma per un dicastero molto meno importante, quello dell’istruzione. E sapete cosa ha detto Trump dalla California appena l’ha saputo: “L’Importante e’ vincere!”. Vi ricorda qualcuno, cari concittadini? A me si! “.. e vinceremo!”, concludeva chi dico io!
Trump in California ci era andato a visitare le vittime dei roghi di Los Angeles dopo una sosta in North Carolina, dove invece c’erano le vittime dell’alluvione di qualche mese fa. Tanto per cominciare lunedi’ scorso aveva fatto uscire L’America dagli accordi di Parigi sul clima (di nuovo, come otto anni fa, come se il cambiamento climatico con queste sciagure non c’entrasse niente), firmando il provvedimento circondato dal tifo da stadio dei suoi supporter riuniti, a causa del freddo, nel palazzetto di Washington. Poi ieri, prima di imbarcarsi sul Air Force One, aveva promesso aiuto federale ai Californiani, (che per lui non hanno mai votato), solo a condizione che durante le elezioni, richiedessero a tutti la Carta d’Identita’. Cosa c’entra? Io non l’ho capito. Ma ho capito che cosi fanno i mafiosi quando promettono protezione in cambio di favori … certo che facendo per tanti anni il palazzinaro a New York qualcosa ha imparato anche dai nostri poco onesti connazionali.
E a proposito di gente poco onesta, vi dico anche che, con un colpo solo, ha perdonato tutti, ripeto TUTTI, gli invasori del Campidoglio il 6 gennaio 2021: da quelli che facevano foto pensando che quel giorno la visita fosse gratis, a quelli che espletavano i bisogni corporali, per sfregio, negli uffici di politici anti-trumpisti, fino a quelli che davano i bastoni in testa ai poliziotti e cantavano “impicchiamo Mike Pence” (il vice presidente che quel giorno stava semplicemente registrando che Trump, le elezioni, le aveva perse). Vi ricorda qualcuno? A me si!.. anche perche’ adesso, tutti i perdonati, pronti ad essere ricevuti alla Casa Bianca, possono anche dire, “I don’t give a fuck” … che tradotto significa “me ne frego!”.
Continuo? Potrei, cari concittadini, ma tra un po’ finisce lo spazio concessomi, quindi il resto, (gli aerei con i guatemaltechi ammanettati, la sicurezza tolta a tutti quelli che non sopporta tra cui il Dott Fauci quello del Covid, le sanzioni con cui ha minacciato gli Europei, ma non Giorgia Meloni perche’ gli sta simpatica, ecc…) ve lo potete leggere sui giornali.
Una cosa pero’ la voglio aggiungere. Io e il 45/47esimo presidente degli Stati Uniti abbiamo una cosa in comune: siamo molto sensibili ai complimenti. Io pero’ non comando niente, ormai nemmeno in casa mia. Mentre lui ha il potere di far smettere la guerra in Ucraina togliendo tutti i soldi a Zelensky, e sollevando dalle sanzioni una Russia economicamente allo stremo ma ancora avida di territori non suoi. “Trump e’ uno in gamba, pragmatico con cui si ragiona bene” ha detto Putin dopo averlo ascoltato con attenzione, “e se non gli avessero rubato le elezioni la guerra non sarebbe neanche cominciata”. Ecco qua! E anche l’Ucraina e’ sistemata per le feste!
A proposito vi avevo promesso che avrei condiviso con voi le due cose che di Trump non mi dispiacciono e una sono proprio le sanzioni: se apre i rubinetti a Putin sicuramente li chiude all’Iran il che e’ cosa buona e giusta. Poi il fatto che potro’ dire liberamente sia “Buon Natale” sia che mi piacciono le donne senza preoccuparmi di offendere nessuno. Due cose che Biden e i democratici non sono riusciti a (o non hanno voluto) fare.
Ma e’ “too little, too late” (troppo poco e troppo tardi) come si dice qui, … ormai e’ sabato sera, e la neve caduta il giorno prima dell’inaugurazione si sta finalmente cominciando a sciogliere’; la televisione e spenta, per paura che ci sia qualcos’altro da scrivere; … non e’ passata nemmeno una settimana, e io sto gia’ guardando quanto costa un biglietto di sola andata per l’Italia!