Voci e impressioni da una delle giornate piu’ “nere” della politica Americana.
Clicca sull’immagine per leggerlo sul sito di Famiglia Cristiana
E’ una strana Befana, quella passata nel cielo d’America, in una interminabile, quanto indimenticabile, giornata politica in cui ha portato (almeno ai democratici) la maggioranza in Senato, e l’ufficializzazione della vittoria elettorale di Joe Biden, il tutto pero’ sporcato dal “carbone” contenuto nella stessa calza, cioe’ una delle giornate piu’ nere – appunto – nella storia della democrazia piu antica del mondo.
Ma andiamo per ordine: il primo “dono” (ritenuto tale da almeno la meta’ degli americani) e’ arrivato nella notte tra il cinque e il sei gennaio, la vittoria nel ballottaggio dello Stato della Georgia dei due candidati Democratici in lizza per il Senato. Entrambi sfidanti e entrambi riusciti nell’impresa storica di scalzare, dopo un testa a testa estenuante nello spoglio dei voti, i due rispettivi occupanti Repubblicani – come da tradizione in molti Stati del Sud – di quei seggi. Ma piu’ che per la Georgia, lo stato di Martin Luther King, che per la prima volta elegge un nero alla Camera alta degli Stati Uniti, quel risultato – che cambia (per quanto di misura) colore al Senato – diventa fondamentale per la presidenza Biden che puo’ iniziare il mandato con entrambi i rami del parlamento a suo favore.
“Ci sono state tante organizzazioni, tanti donatori, tanta gente in gamba e tanti volontari come me che hanno convinto la gente ad andare a votare, e ha funzionato, sia nelle elezioni generali che nel ballottaggio, importantissimo, della Georgia.” Dice soddisfatta Carol Munroe, docente universitaria di matematica in pensione che ha devoluto gran parte del suo tempo libero fin dalle primarie, in attivita’ di propaganda atte per lo piu’ a combattere l’astensionismo (grande piaga della democrazia americana). Poi facendosi scura in volto continua:
“Tra il voto della Georgia e la ratifica del voti elettorali al Congresso pensavo veramente che questa stagione di follia elettorale fosse finita, e invece …”
Invece, visto che per l’altra meta’ del cielo (anzi dello spettro politico americano) la giornata era cominciata con il primo pezzo di carbone, per il presidente Trump e’ stato piu’ facile del previsto aizzare le migliaia di sostenitori convenuti al comizio tenuto davanti alla Casa Bianca con le solite teorie cospirative che ripete dal giorno della sconfitta e le cifre – astronomiche e assolutamente non corroborate – dei voti rubati. Poi, indirizzarli verso il Campidoglio, a circa un kilometro di distanza dove il parlamento avrebbe di li’ a poco ratificato quella “frode”, e’ stato in gioco da ragazzi (premeditato per giunta). E’ bastato dire “andiamo a fare il tifo per i nostri parlamentari e a sincerarci che facciano il loro dovere” ed e’ partita la carica degli hooligans!
… il resto lo abbiamo visto tutti, in diretta, praticamente a reti unificate …
“Trump ha fatto il lavaggio del cervello ai suoi sostenitori come agli adepti di un culto. Ha cavalcato la loro storica sfiducia nei media lasciandoli alla merce’ dei social.” Continua Carol ancora scioccata dalle immagini passate per tutto il giorno in televisione. “La maggioranza sono ‘credenti’, credenti veri, nel fatto che lui e’ il “buono” della situazione, e che l’elezione gliel’hanno rubata i “cattivi” di turno.”
“Credere che la sconfitta elettorale di Trump sia stata “truccata” dopo che tutti i livelli di giustizia hanno controllato e ricontrollato tutti i numeri e tutte le carte, e un atto di fede da parte loro, e uno di malafede da parte di chi glielo racconta.” Riflette Ken Shulman, giornalista il cui curriculum, oltre a testate di tutto rispetto come Newsweek e Herald Tribune, include un master in Scienze Politiche alla prestigiosa Harvard Kennedy School. “Molti politici sono semplicemente opportunisti: sanno benissimo cosa stanno facendo ma pensano che il trumpismo sia una miniera di voti per il loro futuro politico.”
Di sicuro i Deputati e Senatori USA – tutti, opportunisti e non – per diverse ore se la sono vista brutta. Seduta plenaria bruscamente interrotta e lockdown totale (per una volta il Covid non c’entra!) – con tanto di consegna di maschere antigas, fino a ben oltre il tramonto quando la polizia e le varie guardie nazionali sono riuscite a far rispettare il coprifuoco e disperdere la folla, venuta apposta – si e’ poi scoperto – a rispondere all’appello del grande sconfitto da ogni angolo d’America.
Shulman tenta un identikit del Trumpista medio: “una persona, probabilmente bianca, che si sente defraudata, derubata del posto nella societa’ che secondo lui gli spetta di diritto non per merito ma per nascita. Nostalgico di un passato che in realta’ non e’ mai esistito. E che pensa che se non fosse stato per le donne gli immigrati i neri o qualche altro capro espiatorio oggi sarebbe un signore. Praticamente le tre “D” defraudati, derubati, delusi!”
Poi, essendo stato per 15 anni corrispondente AP da Roma, fa un paragone – incoraggiante – con il nostro paese: “Le tre D ci sono anche in Italia ma esprimono la loro frustrazione in modi un po’ diversi, … almeno li’ non hanno il carattere individualista violento con il culto delle armi che c’e’ qua.”
Fortunatamente quel ‘carattere’ almeno ieri e’ stato per lo piu’ tenuto a bada: 4 vittime (di cui solo una da arma da fuoco) e qualche vetro rotto e’ un bilancio si’ drammatico ma tutto sommato meno tragico – di certo meno “nero” a proposito di carbone – di quanto ci si aspettasse vista la piega presa dal pomeriggio. Certo resta la figuraccia internazionale di una nazione dalla reputazione gia’ abbondantemente minata da 4 anni di “America First”. E i dubbi, neri anche loro, su come il tutto sia potuto succedere dal punto di vista dell’ordine pubblico.
“Io sono a Washington da 11 anni e ho visto una marea di manifestazioni ma tutte, sempre sotto controllo,” racconta Luca Passani, ingegnere informatico e corrispondente a tempo perso dalla citta’ della Politica per la “Voce di New York” rivista bilingue della grande Mela “lo scorso giugno ce ne sono state tante, tutte di Black Lives Matter, e li’ la polizia era sempre pronta, schierata, lesta a usare il manganello e il gas lacrimogeno … e a provocare i manifestanti per avere poi una scusa per usare l’uno e l’altro.”
“Veramente una giornata che ricorderemo per tanto tempo.” Continua Passani che dopo tanti reportage tra i palazzi del potere si lascia andare a una previsione. “Io la vedo un po’ come il canto del cigno di Trump. I Repubblicani hanno generato un mostro, per aver successo elettorale l’hanno cavalcato, ed e’ sfuggito al loro controllo. E adesso finalmente comincia a far paura anche a loro.”
Si e no! Mentre scrivo (alle 4 di mattina) il congresso sta ancora ratificando la vittoria di Biden, e quello che doveva essere un proforma si e’ protratto praticamente fino all’alba. E non per colpa dell’assalto dei hooligans del MAGA (Make America Great Again). La seduta era cominciata all’una come da Costituzione e gia’ si parlava di almeno 6 stati contestati. Per ognuno dei quali era previsto un dibattito di circa due ore. Alla fine non sarebbe cambiato granche’ ma era l’ultima occasione per dimostrare di “averci provato, a scovare quelle frodi fantomatiche” per salvare la faccia – e il voto piu che altro – agli occhi di quei “credenti”.
Ora l’irruzione degli “adepti” a molti ha fatto passare la voglia, tanto che la presidente della Camera Nancy Pelosi (fervente cattolica) alla riapertura dei lavori aveva parlato di “epifania” (non nel senso della vecchina sulla scopa) riferendosi all’irruzione del pomeriggio come evento rivelatore della verita’ e del valore reale delle cose. In altre parole ha detto ai suoi colleghi “visto dove si arriva a dare adito alle teorie della frode elettorale?”. E per un po’ l’aula sembrava aver “orecchie da intendere”: le firme sulle mozioni a una a una venivano ritirate, finche in ordine alfabetico si e’ arrivati alla Pennsylvania .. e si tornati a dibattere, in Camere separate … alla fine 7 senatori e 138 deputati hanno avuto il coraggio di votare per aprire un inchiesta gia’ sapendo che non sarebbe successo …
Altro che “epifania” … quest’anno nella calza c’e’ stato carbone per tutti!