Il presidente non accetta la vittoria di Joe Biden alle elezioni appena concluse, denuncia presunti brogli, e minaccia lunghe e costose azioni legali
Cari Concittadini, … Habemus Presidentem!
Molti di voi (probabilmente Direttore compreso) non si ricorderanno, ma vent’anni fa esatti, scrissi un articolo con questo esatto titolo sulle colonne di questo esatto giornale. Fu alla fine di un infinito ri-conteggio di voti in Florida che insedio’ alla Casa Bianca George W. Bush (figlio di un altro ex inquilino della stessa, George H Bush ) anche e soprattutto grazie alla concessione dello sfidante Al Gore (vice di Bill Clinton) che con grande senso dello stato e nonostante avesse ottenuto la maggioranza del voto popolare, pose fine a quella farsa, gestita dalle corti di giustizia di uno Stato governato, al tempo, da Jeb Bush, fratello di George W, e figlio di George H. Alla faccia della separazione dei Poteri! Fosse andata diversamente – a parte il fatto che per stare svegli durante i discorsi presidenziali non sarebbero basate flebo di caffe’ – magari oggi la terra sarebbe un paio di gradi meno calda, e di sicuro non saremmo andati a lasciare inutilmente tutti quei soldi, e, ahime’, tutti quei morti in Iraq. Ma si sa’ “se” e il paese di … anzi il “paradiso degli stupidi” come dice mia madre, donna molto meno volgare di me.
Vent’anni dopo invece, (nel maledetto 2020 ci mancava pure l’elezione contestata!) lo spoglio delle schede (seguito in diretta TV per quattro interminabili giorni … e mezzo!) ha designato un vincitore chiaro – per quanto di misura. Eppure il perdente tutto ha intenzione di fare tranne la cosa piu’ decente e ovvia e che, anche nei casi piu’ controversi come quello di Gore, hanno sempre fatto tutti i canditati a tutte le cariche elettive (dal presidente fino all’ultimo amministratore di condominio): prendere atto pubblicamente della sconfitta, congratularsi con il vincitore e aiutarlo a rendere la transizione piu’ morbida e indolore possibile, prima di farsi da parte.
Ebbene cari concittadini, lo sconfitto Donald Trump sta facendo, e dichiara di voler fare, tutto il contrario: cause legali a oltranza, a tutti i livelli di giustizia possibile, per verificare accuse di frodi elettorali talmente infondate al punto da farsi oscurare le conferenze stampa dalla rete amica FOX News. Anche quest’ultima dopo avergli appoggiato e amplificato i deliri cospirativi per quattro anni adesso comincia a prendere le distanze … ma questo cari concittadini e’ materiale per un altro articolo, su certi topi che lasciano la nave prima che affondi del tutto, ecc …
Torniamo a noi. Adesso l’America, piu che mai in preda a Covid e ad annessa crisi economica senza precedenti, di tutto ha bisogno tranne che di un prolungato periodo di stallo politico. E il presidente uscente, pur di ritardare il piu’ possibile l’arrivo del suffisso (“uscente” appunto) minaccia esattamente questo.
In realta’ c’era da aspettarselo da uno che da 4 anni a questa parte fa scempio di tutto (dai principii costituzionali alle consuetudini consolidate da secoli) quando non fa comodo a lui. Uno che si comporta da dittatore e che coi dittatori va piu’ d’accordo che con gli alleati ma che all’occorrenza non disdegna, come in questo caso, di godere delle tutele legali della democrazia. Uno che pensa che la Corte Suprema stia li per votargli lo Jus Primae Noctis (o in questo caso per deliberare sui brogli immaginari di cui parlava gia’ prima del voto) e dunque non esita a nominare un giudice accomondante, in carica a vita, a tre giorni dalle elezioni, con il predecessore “ancora caldo”, e farselo approvare, a maggioranza super risicata (52-48), da un Senato complice, solo perche’ tecnicamente la Costituzione glielo permette. (E a proposito di poteri connessi alla carica: visto che il Presidente ha anche quello di graziare i condannati, da qui al trasloco ne vedremo delle belle!)
Non stupisce, dunque, che Donald Trump quel trasloco non abbia nessuna fretta di farlo: non sara’ facile per lui trovare un indirizzo piu’ sicuro di 1600 Pennsylvania Avenue; soprattutto per quell’armadio con dentro quella bella collezione di scheletri da far invidia al cimitero militare di Arlington.
Quello che stupisce – almeno me che dopo 25 anni di America pensavo di averla capita ma evidentemente mi sbagliavo – e’ come abbiano fatto 70 milioni di Americani a votarlo, specie dopo averlo visto in azione per quattro anni. E la consapevolezza (visti i risultati non c’e’ bisogno di un fine analista politico per capirlo) che senza Pandemia – e gestione irresponsabile della stessa – avrebbe stravinto.
Quello che rincuora e’ che ben 4 milioni in piu’ hanno votato per il suo sfidante, o magari in molti casi gli hanno semplicemente votato contro, facendogli perdere, oltre al totale delle preferenze, anche la maggioranza decisiva di 270 (calcolata stato per stato) cosiddetti grandi elettori, al contrario di quanto successo a Hillary Clinton e al malcapitato Al Gore (che con tutti gli Stati che c’erano, proprio nella Florida di Jeb Bush ha dovuto giocarsi lo spareggio).
Dunque cari concittadini, a prescindere da quanto dureranno le cause legali farlocche dell’inquilino, attuale ma prima o poi uscente, della Casa Bianca …
Vent’anni dopo vi annuncio di nuovo (e con un “filino” di giubilo in piu’):
HABEMUS PRESIDENTEM!!!
Si chiama Joe Biden, probabilmente lo sapevate gia,
ma, prometto, ve ne parlero’ diffusamente nel prossimo articolo.
Adesso, beh, resta solo da spiegarlo all’altro!