Un’intera nazione impietrita dal dolore. Obama in Tv annuncia misure per limitare l’uso delle armi da parte dei privati. Ma sarà quasi impossibile ostacolare le lobby dei produttori.
Non è molto comune vedere un presidente piangere in diretta Tv. Ma l’idea di venti bambini dai 5 ai 10 anni morti ammazzati a scuola è troppo orribile per chiunque – a prescindere dal cappello istituzionale che indossa. Qui, per Costituzione e per cultura, l’identificazione tra Capo dello Stato e nazione, è più intensa e sentita che altrove: nel bene e nel male. E ieri sera le lacrime di Barack Obama presidente – ma anche e soprattutto padre – erano quelle dell’America intera.
“Compleanni, Cerimonie di diploma, Matrimoni e figli loro ….” L’uomo più potente del mondo, si interrompe, a lungo, per asciugarsi gli occhi. Il groppo in gola è troppo grande nel ricordare il futuro negato ai 20 sfortunati bambini delle elementari di Newton, Connecticut, dalla follia omicida di Adam Lanza, ventenne con probabili disturbi mentali, presentatosi nella scuola dove insegnava la madre vestito da commando, armato di due pistole e un fucile mitragliatore, e, evidentemente, delle peggiori intenzioni possibili. Intenzioni che in pochi minuti sono diventate un’impensabile realtà: due aule dell’istituto scolastico di questa ricca e tranquilla cittadina a un’ora e mezza da New York (un solo omicidio registrato in dieci anni) trasformate nel teatro di una strage, 20 bambini e 6 adulti tra cui la psicologa e la direttrice, e alla fine – sembra – del suicidio del protagonista di tanto orrore.
Più tardi anche la madre del pluriomicida è stata trovata morta. Per un po’ non trova le parole il presidente-papa’, e non le trovano nemmeno i giornalisti, mamme e papà anche loro in molti casi, visibilmente scossi, come tutti del resto, dal peggiore incubo di ogni genitore del mondo, che di punto in bianco, un venerdì pomeriggio di dicembre con il natale già nell’aria, diventa realtà.“Prenderò provvedimenti per evitare che accada di nuovo” riesce a dire alla fine di un breve discorso dai silenzi, ahimè, più efficaci delle parole. Perché gli analisti lo sanno, e lo sa anche lui, che affrontare il tema delle armi adesso – con la maggioranza Repubblicana al Congresso (alla Camera se non altro) uscita fresca dalle urne – politicamente equivale a un suicidio. Il suo capitale politico, incassato con una vittoria più netta del previsto a Novembre, Obama non lo può, non lo vuole, e in un certo senso non lo deve, spendere per un questione così scottante e controversa come la riduzione dell’accesso dei privati alle armi da fuoco – quelle automatiche almeno – che molti qui, specie a destra ma non solo, considerano ancora, fomentati a dovere da chi ci lucra, un diritto costituzionale inalienabile.
Questi sono tempi di “fiscal cliff” (precipizio fiscale) ovvero la scadenza di fine anno dei tagli alle tasse di George Bush e il contemporaneo, inevitabile taglio della spesa pubblica a fronte di un deficit abissale. Ci sono le imposte da far pagare ai più ricchi, punto su cui i Repubblicani hanno già fatto, e annunciano di voler continuare a fare, muro contro muro. C’è una riforma sanitaria a metà, da completare, malgrado gli oppositori avessero giurato che in caso di vittoria di Mitt Romney l’avrebbero addirittura abolita. C’è un Medio Oriente che può riesplodere da un momento all’altro e su cui, specie nel rapporto con Israele, la sintonia con l’ala opposta del parlamento è – specie dopo le strumentalizzazioni della campagna elettorale – tutta da regolare. Insomma, le armi non si toccano specie quando una buona parte della nazione pensa che per risolvere o prevenire orrori come quello di ieri ne servono addirittura di più.
“Le armi non uccidono la gente: la gente uccide la gente!” è il mantra dell’NRA ( la potentissima National Rifle Association che guida la lobby) condiviso da molti, troppi, convinti che uno come Lanza o come i tanti pistoleri impazziti che in questi anni hanno insanguinato l’America ignara e innocente nei cinema, nei centri commerciali e, sempre più spesso, nelle scuole di ogni ordine e grado, avrebbe potuto uccidere quei 20 bambini anche con la fionda- e che se il bidello avesse avuto in dotazione un M16 magari tutto questo non sarebbe successo. Oggi l’America piange i suoi caduti, grandi e, in questo caso soprattutto, piccini. Si dispera, prega per chi non c’è più e per le loro famiglie, si chiede il perché’ di tanta follia, si interroga su come prevenirla in futuro. Poi, nei prossimi giorni, molti, troppi, di loro, si asciugheranno le lacrime e per natale si andranno a comprare, al supermercato, un bel fucile – magari, perché’ no – mitragliatore. E nessuno, compreso un presidente nelle cui lacrime probabilmente oltre al dolore c’era anche un bel po’ di frustrazione, potrà davvero impedirglielo.